venerdì 4 settembre 2020

#ParolaDiCurly: "Lei" 4/5

 "Tutta la differenza tra le prime e le ultime parole dette alla persona che ami, sta nel fatto che le ultime non le scegli quasi mai"




Questo, per me, è stato un libro difficile.

 Complicato a livello emotivo. 

Mi ha scosso, scaraventata negli abissi e lentamente, con fatica, mi ha fatto riaffiorare a respirare.

Mi ha tenuta incollata alla pagine per 24 ore, incapace di staccarmi nonostante ciò che stavo leggendo, a volte sentendo quel sordo e malinconico dolore interiore che si avverte quando veniamo feriti nel profondo.

"Lei" è il racconto di un frammento di vita, di un crollo, di uno di quei momenti in cui vedi tutto ciò che conosci scorrerti fra le mani, impossibile da afferrare mentre si sgretola sotto i tuoi occhi. E' quel momento in cui  tu sei li, bloccata e spaesata, incapace di fermare la valanga che ti sta precipitando addosso, nonostante tutti i tuoi sforzi per cercare di reagire.

La nostra protagonista  non ha un nome, non viene mai descritta, eppure nella mente durante la lettura di forma chiara e indistinta un'immagine precisa.

"Lei" è molto diverso da "Non è successo niente": non è il Nicolò del blog; si allontana per trovare in sé una prospettiva nuova, senza la marcata ironia che è il suo marchio di fabbrica. C'è, ma è più amara e controversa, nonostante questo funziona, ti strappa un sorriso anche noi momenti più difficili.

Personalmente questa "riscoperta", questo suo lato più malinconico e amaro, mi è piaciuto molto. Non edulcora la vita di "Lei", ci mostra esattamente quello che succede senza mezzi termini, non importa quanto possa far male. Questa "sincerità" è stata un aspetto che ho apprezzato molto: rende tutto molto più vero, nonostante l'impostazione particolare del libro. 


Questo nuovo libro esplora il tema della felicità, di come sia quasi impossibile trovarla e ancora di più tenerla a sé; di speranze che si infrangono come onde sugli scogli, man mano che vedi tutto ciò che conosci scorre via, lasciando solo spazio a nuovi fallimenti da collezione, uno dietro l'altro. 

Ma anche di rinascita, con una nuova consapevolezza di sé.

La depressione che scaturisce da una vita che si sgretola è uno dei fili rossi che compongono questo romanzo, intrecciandosi con la voglia, nascosta ma tenace, di volersi rialzare, di voler andare avanti e avere nuovamente una direzione da seguire e la ricerca costante della felicità.

Si incappa in qualche passo falso, si cade. Si pensa che "peggio di così non può andare", si inizia vedere nero e sentirsi persi e abbandonati da tutti.

Ma la soluzione è una sola: andare avanti a passi piccoli, accettare qualche compromesso e non demordere mai. E questo è esattamente quello che "Lei" fa.

Questa lettura si è presa tanto da me, ma mi ha lasciato la consapevolezza che nessun crollo è così rovinoso, nessun salto troppo grande da non poter essere superato.

 Mi ha insegnato che, nonostante tutto, si può sempre ricominciare.

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