mercoledì 13 gennaio 2021

Piccoli corvi e grandi "magie"


 A Ottobre ho fatto un’incontro splendido, quasi fortuito direi, con una piccola ragazzina, nera come un corvo e con cui ho sentito subito una fortissima affinità.
Vi avevo già parlato di lei e di quanto mi abbia entusiasmato la sua storia.
Con questo nuovo volume, non solo l’ho riscoperta ma mi sono affezionata ancora più profondamente di lei e al suo mondo.
Morrigan si è insinuata pian piano nel mio cuore e ci è rimasta.

Questo secondo libro è, a mio parere, un altro grande successo per Jessica Townsend.
Al lettore vengono spalancate le porte non solo della misteriosa Woundrous Society ma anche della stessa città di Nevermoor: il worldbuilding si espande, colorandosi di sfumature bizzarre ed impensabili, mostrando a chi viaggia insieme a Morrigan angoli, tradizioni e luoghi leggendari, inediti passati segreti e costruzioni al limite del possibile.
Questo è uno degli aspetti che amo di più di Nevermoor: l’impensabile si nasconde sempre dietro l’angolo.
La città ti sorprende ad ogni passo, ti prende in contropiede con il suo essere caotica e ti affascina con il mosaico di meraviglie che l’autrice riesce sapientemente a creare.
Vorrei poter vivere anche un solo giorno in una città magica come Nevermoor, sono sicura che non mi annoierei mai.

Come vi dicevo, con questo secondo volume il mio amore per questa saga si è rinnovato ed ingigantito (soprattutto per Jupiter e Morrigan, che si riconfermano essere assolutamente i miei personaggi preferiti).
Solitamente i secondi capitoli non sono mai all’altezza dei primi, vengono considerati un po’ come “quelli di passaggio”: per la maggior parte vuoti e transitori.
Non è assolutamente questo il caso.
È un costante intreccio di avventure, ricche di colpi di scena e rivelazioni, in una tela che coinvolge tutta la città: Morrigan si troverà a dover fronteggiare un abile ragno tessitore, tra intrighi, raggiri e apparenze, in cui “buoni” e “cattivi” si mischiano e confondono e nulla è come potrebbe sembrare.

Ho apprezzato tantissimo il fatto che l’autrice abbia approfondito il non-visto, i vari “bernoccoli” dei personaggi e alcuni degli infiniti segreti di Nevermoor.
È stato fantastico per me scoprire qualcosa in più sulla Wunder, la magica forza che distrugge, costruisce e crea.
 È innegabile l’abilità della Townsend come creatrice di mondi e personaggi: la sua scrittura è fluida, semplice ed accattivante.

Morrigan è uno di quei personaggi con cui è impossibile non entrare in sintonia: per me è stato come specchiarsi, mi sono connessa con lei in un modo profondo ed unico. È una cosa che mi accade raramente, ma tra me e Morrigan si è creato un legame dal primo momento in cui l’ho incontrata.
Mi sono resa conto di quanto siamo simili, più di quanto mi aspettassi in realtà, e questo secondo capitolo non ha fatto altro che confermarlo.
Ho avvertito la sua forte necessità di appartenenza, il suo sentirsi diversa per una vita intera e finalmente, l’allettante possibilità di avere un posto unicamente per lei, in cui sentirsi accolta e a casa.
È poi c’è lui, fantastico personaggio nonché mentore migliore del mondo: Jupiter North. Io sono di parte, perché Jupiter è diventato una delle mie fortissime crush letterarie, ma è davvero un personaggio ben costruito: il suo rapporto di complicità con Morrigan è cresciuto e si è rafforzato e ho trovato splendido il loro legame.

In definitiva, questo non è solo un secondo volume meraviglioso, ma è anche uno specchio sulla vita: ti insegna che tutti abbiamo un nostro posto nel mondo, che seguire il nostro cuore per proteggere chi amiamo è di fondamentale importanza e che, spesso, l’apparenza non solo inganna, ma cela anche i più bei tesori che si possano immaginare.
Vi saluto pregandovi di leggere questa trilogia, perché non solo ne vale ampiamente la pena, è ben scritta, accattivante, coinvolgente e chi più ne ha più ne mette, ma ha un aspetto fondamentale, una marcia in più: c’è Jupiter!!!

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