martedì 19 maggio 2020

Recensione: "La Grazia dei Re" di Ken Liu



Bentornati lettori!
Come state?
Qui tutto bene, anche se ultimamente, come vi avevo raccontato anche nell'ultimo post, la situazione è stata un po' pesante. Però, devo dire, che sta migliorando.

Oggi parliamo dell'ultimo libro che ho letto: "La Grazia dei Re" di Ken Liu, edito dalla Mondadori, che esce oggi in tutte le librerie!
Ringrazio infinitamente la casa editrice per avermi inviato la copia ARC da leggere in anteprima.
Grazie, grazie, grazie!
Ma non perdiamoci in convenevoli e parliamo di questo mattoncino!

SCHEDA TECNICA

Titolo:La Grazia dei Re
Autore: Ken Liu
Editore: Oscar Mondadori
Numero di pagine: 612

Voto: 3,5/5🌟

"La forza proviene da dentro il cuore, Lord Garu. Se il vostro non ha un suo centro, allora andrete alla deriva senza una meta"

Questo primo volume della "dinastia del dente di leone" mi ha immerso completamente in intrighi, battaglie sanguinarie in nome di grandi ideali e voglia di riscatto e libertà dalla tirannia.
L'autore ha creato un mondo un po' orientale, intrecciato da un passato di lotte intestine tra stati, e finalmente unificato sotto l'egida dell'Impero, in cui i simboli, le tradizioni e gli ideali sono alla base della vita di coloro che lo popolano.
Alla morte del sovrano, il tirannico Imperatore Mapidéré, scoppia l'insurrezione e si estende in tutto il territorio: dopo anni di soprusi la popolazione è provata e ridotta allo stremo, ha bisogno di liberarsi dal giogo soffocante della tirannide imperiale.
Su questo fondo si stagliano due figure, gli eroi attorno ai quali ruotano tutti i personaggi e l'intera narrazione: Mata Zyndu e Kuni Garu.
Il primo l'erede di una dinastia di eroi dai nobili ideali, che avevano strenuamente combattuto per salvaguardare la libertà del popolo durante le conquiste imperiali, il secondo un uomo di una piccola cittadina, più votato ai piaceri della vita che al lavoro.
Questo volume svela la grandezza di quella che sarà una vera e propria opera epica.
Da amante dei miti e da studentessa del liceo classico, non ho potuto fare a meno di notare quanto della cultura classica ci sia in questo libro: ci sono divinità capricciose ed eroi favoriti, grandi sapienti e creature misteriose e sacre, veri e propri easter eggs che si trovano disseminati durante tutto il libro. Anche i personaggi sono costruiti sulla base di Achille e Ulisse, ma con caratteri strutturati e con un'evoluzione da paura: in 600 pagine circa il loro arco narrativo è cambiato radicalmente, siamo andati in profondità nella loro psiche e abbiamo scoperto che gli uomini non sono mai quello che sembrano.
Ho letteralmente adorato il personaggio di Kuni: ti dimostra che ognuno di noi può costruire da se il proprio destino, con impegno e volontà, che non possiamo essere categorizzati da ciò che gli altri pensano di noi, c'è sempre una possibilità per tutti.
Nonostante questo ho scoperto che i libri di guerra e strategia non fanno per me e non sono sicura che leggerò il seguito.
Un aspetto che non ho molto apprezzato è il rapporto che c'è tra gli uomini (protagonisti e non) e le donne con cui si trovano ad interagire: in alcuni punti, diciamo per la prima metà circa, le donne sono completamente inesistenti, tutta la narrazione viene affidata all'uomo, all'eroe. Dalla seconda metà le cose cambiano, vediamo figure femminili forti, astute, che assumono ruoli in primo piano, prendendo attivamente parte alla storia.
Secondo me l'autore avrebbe dovuto mescolare un po' le carte, piuttosto che creare una rottura così netta.
Ho fatto un po' fatica ad arrivare alla fine del libro, non solo per il tema, che non è proprio nelle mie corde, ma anche per la narrazione un po' lenta.
Ci sono tante battaglie, tanti territori che è difficile tenere a mente senza l'aiuto di una mappa, cosa di cui ho sentito un sacco la mancanza e che mi avrebbe aiutato tantissimo in una narrazione così intricata e complessa.

Voi l'avete letto? Che ne pensate?

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